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della Natura e al pari di questa non afferrabile dalla percezione. Noi siamo per così dire il principio universale della Natura condensato in un individuo» (W., I, 462). Nel gruppo di elementi che costituiscono l’io la Natura è presente col senso della sua unità; perciò questo è nella individualità cosciente qualche cosa di interiore e di proprio e si svolge in una continuità concatenata di mutamenti, che ha in se stessa la legge dei suo svolgimento organico (W., I, 448 ss.). Ma nemmeno questa verità interiore fa dell’io una sostanza; una sostanza vera, cioè rigorosamente conforme alla legge del pensiero, non potrebbe contenere in sè la dualità del soggetto e dell’oggetto, dell’esperienza subbiettiva e dell’obbiettiva: di più ciascuna di queste non è ancora un’unità, ma un fluire perpetuo di elementi raccolti in unità da una concatenazione interiore che sfugge in se stessa alla nostra osservazione diretta (W., I, 462-3).

Il nostro io è appreso, in virtù della tendenza illusoria della nostra intelligenza, come una sostanza, non come un ordine di più sostanze coesistenti: perciò alla nostra esperienza interiore non sono applicabili nè la determinazione spaziale, nè le leggi della realtà spaziale. Ma con la realtà spaziale (cioè con l’esperienza obbiettiva) esso è in rapporto per mezzo di un complesso d’elementi obbiettivi che sembrano servire da intermediarii fra il nostro io e tutti gli altri elementi obbiettivi: questo è il nostro corpo. L’unità nascosta che collega nel seno stesso della natura l’io e le cose ci appare pertanto come rapporto fra un corpo (il nostro) e gli altri corpi; sebbene e il nostro corpo e gli altri non siano che il risultato d’un’organizzazione illusoria dell’esperienza obbiettiva. La dipendenza del nostro spirito dal corpo e in particolare del cervello non è altro quindi che la visibilità della dipendenza del nostro io empirico dalla Natura, dal principio universale dell’esistenza empirica. Essa in fondo vuol dire: ogni soggetto empirico procede dal principio della Natura per una posizione originaria particolare ad ogni soggetto: questa posizione è espressa dal corpo che è una parte della realtà fisica, un momento obbiettivo della Natura e ad un tempo il fondamento d’un’esperienza soggettiva, di un oggetto empirico. Ed a questo riguardo nota acutamente lo Spir come la dipendenza della nostra vita psichica dalla fisiologia si renda manifesta solo nelle sue perturbazioni e nelle sue anomalie: mentre nelle con-