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stessa, come una sostanza. Certo anche da parte delle sensazioni vi è una disposizione ad apparire come un mondo di sostanze. La connessione regolare che si rivela tra le sensazioni stesse e per la quale esse si associano e si succedono secondo regole fisse, mettono già nella sensazione un principio di costanza, senza del quale l’applicazione della norma a priori e la trasformazione loro in sostanza non sarebbero possibili (W., I, 370 ss.). L’intelligenza nostra sanziona questa costanza nella successione e nella coesistenza delle successioni, facendo di ogni gruppo costante di coesistenti e di successivi una sostanza. Però questa predisposizione delle sensazioni-oggetti e questa applicazione della norma a priori da parte dello spirito non creano che un accordo apparente, illusorio, non sopprimono il disaccordo logico fra il mondo delle sensazioni e la norma stessa: onde, se si analizza fino ai suoi ultimi elementi il mondo dei corpi così come è percepito, si arriva dappertutto, a volerlo considerare come una vera realtà sostanziale, a contraddizioni logiche. Ma questa inconsistenza logica non si rivela che alla riflessione filosofica, mentre l’accordo illusorio trova ad ogni passo la sua conferma apparente nell’esperienza quotidiana: onde la credenza incrollabile della moltitudine nella realtà sostanziale del mondo esteriore dei corpi.

La costituzione del mondo delle nostre sensazioni in un mondo di corpi avviene in primo luogo per mezzo della forma dello spazio: lo spazio è, potremo dire, lo schema empirico del concetto puro dell’identità con se stesso, della sostanza. L’esistenza spaziale d’un corpo non esprime altro in fondo che l’indipendenza del suo contenuto da ogni altro contenuto, la posizione sua come qualche cosa di assoluto che può ammettere tutti i rapporti esteriori possibili, ma non una compenetrazione intima, una comunione del proprio essere con altro (W., I, 321 ss., 364 ss.). La radice prima della forma dello spazio è quindi la disposizione del soggetto a rappresentarsi le sue sensazioni come sostanze: questa disposizione si concreta poi in forma particolare determinata dalla natura del soggetto percipiente: questa forma è lo spazio, anzi il nostro spazio. La particolare costituzione e le particolari proprietà geometriche del nostro spazio possono quindi benissimo venir fondate per mezzo della sua genesi psicologica, per la quale lo Spir si richiama alle analisi