Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 168 — |
È noto che Ceretti, dopo i primi studi nel Seminario di Arona e presso i gesuiti di Novara, formò a sè stesso liberissimamente, attraverso letture, viaggi e studi svariati, la propria coltura. Un elemento importante della sua coltura furono i viaggi: che egli intraprese dall’età di ventun anni per tutta l’Europa, errando, come i saggi antichi, senza meta, col solo fine di vedere la varietà degli uomini e dei loro costumi. Egli viaggiava a piedi, con la massima semplicità, andando sempre
...come capita, col pieno
Meriggio, col sereno,
Colla piova,
Col baio, con la luna,
Con la varia fortuna,
Con li vari linguaggi,
Per monti e piani, per città, villaggi,
Con la natura,
Con la spensierata anima sicura.
Viaggiava fingendosi operaio o bracciante, riposando negli abituri dei contadini, accompagnandosi a frotte di zingari o di vagabondi, sì che
...il galantuomo un po’ sovente
Scontrandolo per via, molto prudente
Si tenne al largo e anco talvolta alcuna
Equivoca congrega
Lo salutò collega.
E in realtà l’aspetto suo non doveva esser molto tranquillante, se una volta che entrò in un’aula della Sorbona per sentirvi una lezione, fece arrestare stupefatti discepoli e docente. Ma queste peregrinazioni, così bizzarre nell’apparenza, furono per lui una ricca sorgente di osservazioni e di esperienze profonde sugli uomini e sulle cose anche nell’età più matura.
I primi amori del Ceretti furono per la poesia. Dal 1843, anno in cui abbandonò la casa paterna per recarsi a Firenze, fin verso il 1860 si occupa di storia, di scienze, di letteratura, ma piuttosto di poesia: i principali scritti di questo periodo