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Pietro Ceretti 1.
L’opera filosofica di Pietro Ceretti, anche dopo la parziale pubblicazione delle sue opere postume, non è stata ancora nè profondamente studiata, nè adeguatamente apprezzata. Nei manuali di storia della filosofia egli è ancora genericamente classificato, accanto a Spaventa, Vera, Fiorentino, Tari, D’Ercole, come un puro ripetitore di teorie hegeliane: ma questo non è vero che del primo periodo della sua speculazione ed anche per questo non è vero che in parte. Certo l’educazione sua filosofica si è fatta per mezzo di Hegel e le traccie di quest’influenza sono rimaste visibili: ma l’indirizzo essenziale del suo pensiero non è hegeliano, e ciò che esso contiene di reminiscenze hegeliane è troppo poco perchè noi possiamo classificarlo tra gli hegeliani. Del resto chi conosce la sua indole indipendente, quasi ribelle, e il liberissimo modo con cui conquistò a sè, fuori d’ogni vincolo tradizionale la sua personalità, come può supporre che a questa indipendenza avesse rinunziato nella parte più gelosa ed intima della sua vita, nel pensiero?
- ↑ Discorso commemorativo in occasione del primo centenario dalla nascita (1923). Da consultarsi, oltre la notizia del D’Ercole (Torino 1886), l’eccellente biografia dell’Alemanni (Milano 1904) e specialmente gli Scritti scelti inediti di varia filosofia e letteratura a cura di V. Alemanni, I-II, Roma, 1915-20.