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sè, ma solo vita e movimento del suo contenuto, corrisponde il concetto hegeliano dello spirito, che non è sostanza, ma unità vivente, che concilia in sè, senza annullarle, tutte le forme della realtà, il bene come il male, la verità come l’errore, e che anzi solo per mezzo di esse si realizza: «lo spirito è l’unità vivente del molteplice». È vero che qualche volta Hegel, specialmente nella sua Filosofia della religione, insiste tanto su questo aspetto dell’Unità, che sembra voglia dissolvere in essa le cose: ma non bisogna arrestarsi a queste espressioni isolate, nè lasciarsene ingannare; l’unità è sempre ancora per lui l’unità concreta dello spirito che si manifesta e non è altro che questo manifestarsi considerato nella sua totalità e nella sua necessità.

Questo svolgimento ha luogo, come è ben noto, attraverso i tre momenti dell’idea pura, della natura e dello spirito finito. L’idea pura è l’insieme astratto delle leggi universali della natura e dello spirito: la natura è lo spirito che si è posto dinanzi a sè nella forma dell’esteriorità: il suo destino è di darsi in olocausto perchè dal suo rogo balzi la psiche e lo spirito si manifesti a sè come spirito finito, coscienza. Allora comincia la terza fase dello svolgimento, attraverso la quale lo spirito si eleva alla piena coscienza del suo essere e procede, come il sole, sulla via della sua libertà. Il punto più alto di questo processo è la vita religiosa, in cui la coscienza finita si eleva alla conoscenza della sua natura assoluta, alla contemplazione dell’intero processo e della sua necessità, cioè alla contemplazione di Dio.

Noi siamo dinanzi, come ognun vede, ad una forma grandiosa di panteismo idealistico, che è ben al disopra del panteismo naturalistico volgare, il quale identifica Dio con l’unità fisica delle cose. Qui il principio dell’essere è lo spirito, è una ragione universale, che per una serie di momenti necessarii, attraverso la natura, la vita cosciente, la moralità e la religione, rivela sè a sè stessa nella sua natura eterna ed infinita. Quindi tutto, anche ciò che nell’apparenza immediata ce ne sembra più lontano, è forma e vita di spirito; e la rivelazione più perfetta di quest’attività universale è quella che ha luogo nelle grandi correnti spirituali della vita umana collettiva, che sono per Hegel la più vera e propria forma della realtà. Così ci