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tendenze: tentativo di conciliare l’inconciliabile, che ad essa conferisce il suo speciale fascino e ne costituisce nel tempo stesso il tormento perenne e l’insanabile debolezza.

Queste due tendenze — il profondo senso dell’unità e il senso realistico del finito e del concreto — coesistono nello stesso carattere intellettuale di Hegel e vengono chiaramente alla luce già nella speculazione teologica del primo periodo, che ora grazie alle pazienti indagini d’un suo recente biografo, possiamo seguire con una certa sicurezza. Pochi filosofi hanno così energicamente affermato il concetto dell’unità della realtà come lo ha fatto Hegel. Nella sua giovinezza questo senso dell’unità prende la forma d’un entusiasmo religioso: è l’entusiasmo per l’Uno tutto, contrapposto al dualismo tradizionale, che disgiunge Dio dal mondo. In una sua poesia giovanile, diretta ad Hölderlin, Hegel ha dato a questo sentimento un’espressione quasi mistica. Il silenzio d’una placida notte lunare apre qui ad Hegel il senso della natura e lo eleva alla contemplazione dell’Uno.

Intorno a me ed in me è pace. Nei travagliati uomini
La non mai stanca cura dorme. Essi danno libertà
E pace a me. Grazie a te, o mia
Liberatrice, o notte! Con bianco velo di nebbia
Circonda la luna gli indecisi limiti
Dei monti lontani. Amica splende dal basso
La chiara striscia del lago...
Il mio occhio si leva alla volta dell’ eterno cielo
A te, o splendente astro della notte!
Ed un oblio di tutti i desiderii, di tutte le speranze
Discende a me dalla tua eternità.
Io mi immergo nell’essere infinito,
Io sono in lui, sono tutto, sono lui solo.
Si spaurisce il pensiero che ritorna,
Trema dinanzi all’infinito e pieno di stupore
È incapace d’afferrare il senso profondo della sua visione.

Ma anche nella filosofia posteriore, per quanto l’entusiasmo mistico passi in un freddo razionalismo, il concetto dell’unica vita infinita resta uno dei. concetti fondamentali del sistema, la