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84 | parte seconda |
xviii
lite degli occhi e della bocca
Avean lite di pregio e di bellezza,
in quel volto gentil, gli occhi e la bocca.
— Da noi — gli occhi dicean — primier si scocca
l’acuto stral, ch’ogni diamante spezza. —
La bocca poi: — Da me l’alta dolcezza
del parlar, del baciar piove e trabocca. —
Allor gli occhi, piangendo: — E da noi fiocca
di vive perle oriental ricchezza. —
Rise la bocca, e, disserrando quelle
porte d’un bel rubino in duo diviso,
disse ridente a l’umidette stelle:
— Or sia giudice Amor, dove il bel viso
discopra al paragon perle piú belle:
ne le lagrime vostre o nel mio riso? —
xix
le parole
Con vivi lampi di celeste riso,
de’ discordanti e torbidi elementi
le risse e i moti a tranquillar possenti,
con lieta bocca e con sereno viso,
con labro d’un rubino in duo diviso,
che scopre ad ora ad or perle lucenti,
con dolce lingua e con melati accenti,
che senton d’armonia di paradiso,
con pronto ingegno, ond’altrui l’alma è tolta,
con puro affetto di modesto ardore,
con chiaro suono e voce a tempo sciolta,
con sospir rotti e spiriti d’amore
Lilla ragiona. Anima afflitta, ascolta.
Oh che felice perdita di core!