|
canzoni e madrigali amorosi |
61 |
Tessa Flora tra l’erba
viole, acanti e gigli,
di cui la gonna primavera infiora;
accolga Iri superba
smalti persi e vermigli,
onde il bel velo al sol fregia e colora;
scelga la bella Aurora,
per farne a l’aureo crin treccia fiorita,
gemme d’oro distinte,
rose d’ostro dipinte;
ch’omai sará, poiché ne va vestita
la reina de’ cori,
il men chiaro color re de’ colori.
Deh! perché non mi lice,
o Notte amorosetta,
farti carro talor del proprio seno?
Quanto sarei felice,
se la man, che ’l saetta,
volgesse ancor di questo core il freno?
Del tuo corso sereno
fôrano i miei sospiri aure notturne,
fôran rote e destrieri
le mie voglie e i pensieri;
ed io da due dolenti e flebil’urne
andrei versando intanto
rugiade soavissime di pianto.
Oh potesse il mio core,
luccioletta volante,
scherzar per l’ombre tue lucide e liete;
o mi cangiasse Amore
in vil gufo vagante,
perch’avessi a’ tuoi piè posa e quiete!
Care omai mi sarete,
nottole infauste, e voi, cornici infami,
nubi, tempeste, eclissi,
antri, sepolcri, abissi;