Vedovette bellezze,
chi di funeste spoglie
vela i bei raggi in quelle luci accesi?
Luci vaghe e cortesi,
luci de’ miei pensier fidate scorte,
da che vedove e triste
vestir per duol v’ho viste
manto di notte ed abito di morte,
esser per voi desio
de la vita e del cor vedovo anch’io.
Fiamme care ma spente,
tenebrose ma belle,
chi per voi non sospira e non languisce?
del vostro raggio ardente,
ch’innamora le stelle,
qual petto Amor non arde e non ferisce?
Cangiar il cielo ambisce
il suo candido latte in nero inchiostro;
macchiar d’ebeno vòle
il suo fin oro il sole;
e sol per somigliarsi al fosco vostro.
tinger di pece bruna
il puro argento suo brama la luna.
Spieghi colomba altera
il leggiadro monile
de la gola pomposa al novo lume;
apra la ricca sfera
pavon vago e gentile
de le stellate ambiziose piume;
scopra, com’ha costume,
il purpureo diadema e i vari fregi
de la testa e de l’ale
fenice orientale;
ché qualunque piú ’l mondo ammiri e pregi,
tra mille di natura
pompe diverse, un solo Oscuro oscura.