Veder per piagge o valli
giovinetta che balli,
in vago abito adorno
portar con arte intorno
il piede e la persona;
e qual rustico cor non imprigiona?
Se m’incontro in bellezza
a star tra ’l coro avezza
de le nove sirene
di Pindo e d’Ippocrene,
con gli sguardi e co’ carmi
può ferirmi in un punto e può sanarmi.
Havvi donna gentile
ch’al ciel alza il mio stile:
costei, ch’ama il mio canto,
amo e bramo altrettanto,
e stato cangerei
sol per esserle in sen co’ versi miei.
Altra, qualor mi legge,
mi riprende e corregge.
Allor convien ch’io dica:
— O pur l’avessi amica,
o soggiacer felice
a sí bella maestra e correttrice. —
Insomma, e queste e quelle
per me tutte son belle,
di tutte arde il desio.
Marcello, or, s’avess’io
mill’alme e mille cori,
sarei nido capace a tanti amori?