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canzoni e madrigali amorosi 57

     Gota bianca e vermiglia
m’alletta a meraviglia;
pallido e smorto volto
sovente il cor m’ha tolto:
ma s’ama anco talora
bruno ciglio, occhio oscuro e guancia mora.
     O crin d’òr biondo e terso
tra vivi fior cosperso,
che si confonda e spieghi,
leggiadra man disleghi,
scorger parmi in quell’atto
de l’Aurora purpurea il bel ritratto;
     o chiome altra mi mostri
del color degl’inchiostri,
raccolte o pur cadenti
sovra due stelle ardenti,
l’assomiglio non meno
della Notte tranquilla al bel sereno.
     Se ride un’angeletta,
quel suo viso è saetta;
se piagne, a la mia vita
quel suo pianto è ferita;
se non piagne né ride,
senza stral, senza piaga ancor m’uccide.
     Ninfa ch’or alta or grave
snoda voce soave
soavemente, e cria
angelica armonia,
chi fia che non invoglie
a baciar quella bocca onde la scioglie?
     Ove fra lieta schiera
fanciulla lusinghiera
batta con dite argute
dolci fila minute,
qual alma non fia vaga
d’aver da man sí dotta e laccio e piaga?