Aria pura e gentile,
fatta serena giá da sí bei rai,
non avrai dunque a vile
ch’altro petto, altro fiato
di te viva e respiri?
Terren sacro e beato,
non sdegni e non t’adiri
ch’altro men vago piè ti calchi mai,
quando ancora si serba
de le bell’orme in te fiorita l’erba?
Musici arnesi, e voi
che talor l’angel mio trattar solea,
dolci trastulli suoi,
che sua mercé rendeste
angelica armonia,
senza la man celeste,
di voi, lassi! che fia?
Poscia che cosí vuol fortuna ria,
omai le vostre tempre
ché non sciogliete? o non piangete sempre?
Ma tu perché non torni,
o Sol degli occhi miei?
Deh! che fai? chi t’accoglie? e dove sei?