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degli innocenti fu pubblicata postuma in Napoli, presso il Beltramo, 1632, dal nipote di lui Francesco Chiaro, e ristampata con l’aggiunta di un canto di un altro e incompiuto poema, la Gerusalemme distrutta, in Roma, dal Manelfi, nello stesso anno.

Parecchie altre composizioni del M. videro la luce, alcune durante la vita dell’autore, ma senza concorso di lui, e altre dopo la morte; e anzitutto le:

1. Egloghe boscherecce, in Napoli, per Scipione Bonino, 16201; e poi, Milano, Cerri, 1627: il volume contiene sette poesie pastorali: Tirsi, Il lamento, Dafne, Siringa, Pan, Eco e I sospiri di Ergasto, che sono il giá ricordato lavoro giovanile; e, inoltre, cinque canzoni giá note e un breve componimento in ottave: Amante convalescente geloso. Le poesie pastorali (tranne Siringa e I sospiri) furono aggiunte come «seconda parte» nella ristampa della Sampogna di Venezia, Tomasini, 1643.

2. Poesie diverse non piú stampate, in aggiunta all’edizione delle Lettere (Venezia, Baba, 1627), pp. 321-350. Sono: una canzone: Italia parla a Venezia; sei sonetti; alcune ottave Amata donna aspettata per mare in tempo di fortuna, e altre Alla regina d’Inghilterra. Ma dell’autenticitá di alcune di queste rime è da dubitare, e, per esempio, il sonetto che com.: «Siedo al rezzo gentil di selva antica», certamente non è del M., ma dell’Achillini, tra le cui Rime è stampato (si veda in Lirici marinisti, p. 51).

3. La Murtoleide, fischiate dal cavalier Marino, con la Marineide, risate del Murtola, Norimberga, Ioseph Stamphier, 1619, e Francoforte, 1619. Nell’edizione di Norimberga, che ho tra mano, vi è aggiunto, tra l’altre cose, il capitolo bernesco Dello stivale. Si noti che nella stessa edizione sono le Strigliate allo Stigliani di Roberto Pogommega (Andrea Barbazza), che tutti i biografi dánno come posteriori al 1619, sicché la data del frontespizio non sembra esatta.

4. Lettera di Rodomonte a Doralice, con la risposta del signor Dionisio Viola, Venezia, Faber, 1619. È la sola, che si trovi a stampa, delle molte Epistole eroiche, composte dal M.

  1. Questa edizione, citata dal Chioccarelli, è revocata in dubbio dal Borzelli, op. cit., p. 362; ma (oltre che bene attestata dall’autoritá del Chioccarelli) a me pare confermata da quel che si legge nella prefazione all’ediz. milanese del 1627: cioè, che «le presenti egloghe boscherecce, benché siavi sospizione che fossero giá alcuni anni addietro impresse in Napoli, nondimeno vi è sicurezza che queste nostre [stampe] non l’hanno pur vedute».