Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
versi morali e sacri | 379 |
xxi
episodi
della strage degl’innocenti
(Dal libro secondoFonte/commento: ed.1633 della Strage, stanze 48-78).
Eran qui due, l’una d’un parto solo,
l’altra ricca di due germane belle;
premean queste in silenzio il grave duolo,
torcendo al ciel le lacrimose stelle.
Verso colei, che l’unico figliuolo
timida si stringea fra le mammelle,
mosse il passo veloce e ’l braccio crudo
un giudeo, tutto scalzo e mezzo ignudo.
Lacero avea, quasi farsetto, indosso,
che a pena il ricopria fin sui ginocchi,
purpureo cencio, e di pel crespo e rosso
dal mento gli pendean duo lunghi fiocchi;
sgangherato la bocca e i labri grosso,
rabbuffato le ciglia e bieco gli occhi,
di sozzo ceffo e di sparuta ciera,
insomma tal, ch’era uomo e parea fèra.
Tacque la bella donna, e non disciolse
voce, pianto o sospir, tacque e sofferse;
ma sí pietosa in atto il figlio tolse,
e volontaria al mascalzon l’offerse,
che se non ch’egli altrove i lumi volse,
se non ch’ella d’un velo i suoi coverse,
vincealo il dolce sguardo, e ’l ferro acuto
fôra di mano al feritor caduto.