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372 parte ottava



9

     — Con una treccia sparsa e l’altra accolta,
la barbara reina
corse alla babilonica ruina.
Io con la chioma tutta a terra sciolta,
Signor, corro in difesa
a la cittá confusa e quasi presa
de l’anima, ch’assale
il nemico infernale. —


10

Vulnerasti cor meum in uno crine colli tui.

     Poiché rotte e distrutte
vider degli archi lor le corde tutte,
le guerriere latine
fecero agli archi lor corde del crine.
O bellissima arciera, e tu che scocchi
strali ardenti dagli occhi
per ferire il tuo Cristo, ecco a le frecce
aggiungi anco le trecce!
Come possibil fia che chiome e sguardi
non gli pungano il cor con mille dardi?


11

     Comprò con aurea pioggia
le bellezze di Danae il sommo Giove.
Oh meraviglie nove!
Or in piú strana e disusata foggia,
sciogliendo il crin, d’Amor pompa e tesoro,
in un diluvio d’oro,
ecco che fa la bella Danae acquisto
di Giove no, di Cristo.