Ahi! di cui mi lamento,
forsennata ch’ io fui!
ch’io non devea momento
trar mai, lunge da lui.
Oh mal cauto Giuseppe,
che guardar tanto ben meco non seppe!
Tu ’l guarda, o sommo Padre,
tu, difensore eterno;
e voi, celesti squadre,
con pietoso governo,
tra le nemiche frodi
del vostro e mio Signor siate custodi! —
Vergine, a che ti lagni
che ’l tuo ben ti sia tolto?
S’or da lui ti scompagni,
lassa, non andrá molto
ch’andrai mesta e dolente,
sol perché ti sará troppo presente.
E perché piú, com’oggi,
da te non si divida,
fra solitari poggi
e fra turba omicida,
con immobili piante
staratti affisso ed inchiodato avante.
Allora in odio avrai
e la luce e la vista,
quand’offrir ti vedrai
imagine sí trista,
senz’alcun’ombra o velo,
se per pietá non la ti copre il cielo.
Pur langue intanto e manca
a diva Genitrice;
ma ecco, mentre stanca,
tapinella infelice,
a caso al tempio riede,
assiso infra’ rabini il figlio vede.