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canzoni e madrigali amorosi |
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men dolce è quel che mormorando fugge.
Ma quel, che stampa Amore
d’ambrosia umido e grave,
i vaghi spirti dolcemente sugge.
Lasso! ma chi mi strugge
ritrosa il mi contende
in atto sí gentil, che ’nvita e nega,
ricusa insieme e prega.
Pur amata ed amante,
e baciata e baciante,
alfin col bacio il cor mi porge e prende,
e la vita col cor mi fura e rende.
Miro, rimiro ed ardo,
bacio, ribacio e godo,
e mirando e baciando mi disfaccio.
Amor tra ’l bacio e ’l guardo
scherza e vaneggia in modo,
ch’ebro di tanta gloria i’ tremo e taccio;
ond’ella che m’ha in braccio,
lascivamente onesta,
gli occhi mi bacia, e fra le perle elette
frange due parolette:
— Cor mio! — dicendo, e poi,
baciando i baci suoi,
di bacio in bacio a quel piacer mi desta,
che l’alme insieme allaccia e i corpi innesta.
Vinta allor dal diletto
con un sospir se ’n viene
l’anima al varco, e ’l proprio albergo oblia;
ma con pietoso affetto
la ’ncontra ivi e ritiene
l’anima amica, che s’oppon tra via;
e ’n lei, ch’arde e desia
già languida e smarrita,
d’un vasel di rubin tal pioggia versa
di gioia, che sommersa