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epitalami e panegirici 331

de l’anima bollente
vorrá bear la brama.
Indi, piú piana e molle,
irritandoti al gioco
con volontari vezzi,
ti porrá in qualche parte,
tentando osceni amori,
licenziose dita.
Allora, io t’ammonisco,
è ben da côrre il tempo;
allor t’invita e chiama
al trionfo, a la palma
meco il mio dolce figlio.
Allor, senz’alcun freno
violento, bisogna
dar tra le furie estreme
con impeto indiscreto
ne le piaghe e nel sangue;
e, qua e lá vibrando
l’asta dura e pungente,
senza dar posa o lena
al faticoso fianco,
urtare, irrigidire,
incontrare e ferire.
Se s’asconde col velo,
sará fragil lo schermo;
se rifugge in disparte,
sará breve la fuga;
se, su le piume prona,
in guardia di se stessa
di se stessa si copre,
superabili e dolci
al tuo valor saranno
le difese e i ripari;
se, volgendosi altrove,
di ubbidirti pur nega,