di dolce foco il seno,
tacito t’apparecchia
a la pugna beata.
Ma, per non spaventarla
con segni di disfida
troppo aperta e mortale,
quinci e quindi l’accenna
con cauti stratagemi,
di non sanguigna guerra
non minacciosi colpi.
Molti a la bella gola,
molti baci a’ begli occhi,
molti n’affiggi e stampa
a le guance, a le mamme.
Ripugnerá rubella
a le tue giuste voglie;
t’appellerá protervo,
immodesto, impudico;
con tremolante voce
dirá: — Non piú! Deh, basti!
ritorcerá ritrosa
da le tue labra il labro;
respignerá crucciosa
con la mano la mano.
Contenda pur, contrasti:
di contrasti sí fatti
si nutriscon gli amori.
Or, fra queste contese
raddoppiato il desio,
sentirai ch’agli spirti
raddoppierá le forze.
Allor dunque si vuole
pertinace, importuno
piú rincalzar l’assalto;
ne l’amorose imprese,
sappi, il piú de le volte