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270 | parte quinta |
vii
testa di annibale
donata dal cardinale Aldobrandini al duca di Savoia.
Pur torno a riveder l’Alpi canute,
del barbaro furor siepe e ritegno;
pur di quest’aure a respirar ne vegno,
aure piene di vita e di salute:
mercé di tal, che sa non piú vedute
meraviglie formar d’alto disegno,
e può senso e favella, alma ed ingegno
dare a le pietre inanimate e mute.
Oh de la bella Italia antiche mura,
quanto vi rivegg’io sotto piú forte,
sotto piú saggia e piú fidata cura!
Temuto non avria servaggio e morte
Roma per me, se man cosí secura
avea le chiavi de le vostre porte.
viii
testa di demostene in una fontana
Da le labra faconde,
vivo, versai con rapido tesoro
torrenti di fin oro; or verso, spento,
vene di vivo argento:
quei nutrivano i cori,
queste irrigano i fiori.
È ben ver che il sussurro di quest’onde
al sonno alletta, e ’l mormorio di quelle
gl’intelletti rapia sovra le stelle.