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258 | parte quinta |
xvii
Oh come ira divina
i tuoi fasti reprime, orgoglio umano!
Mentre il fiero campion di Solimano,
intento al bell’acquisto,
l’isola assal del precursor di Cristo,
ecco scheggia di monte
che gli spezza la fronte.
Cosí, percosso d’aspra cote alpina,
novo Golia, ruina;
cosí da picciol sasso a pena tocca,
la statua babilonica trabocca.
xviii
E donde nasce e dove more il sole,
e donde sorge e dove cade il die,
tutto quanto contien quest’ampia mole
soggiace a l’ombra de le glorie mie.
Le forze del mio braccio invitte e sole
stendo tant’oltre e per sí lunghe vie,
che piú non le prescrive e non le serra
omai colonna in mar, né muro in terra.