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256 | parte quinta |
ma ne’ marmi di Rodope scolpito
esser deve costui: Narsete è questi.
In Persia nato e ne la reggia augusta
di Bizanzio nutrito,
tra molli scherzi e feminili imperi
spirti apprese guerrieri,
onde con franco ardire
de le gotiche squadre
scosse l’orgoglio e fiaccò l’armi e l’ire.
Tolsegli di marito
ufficio a un punto e titolo di padre
ferro crudel, che l’uno e l’altro pondo
genitale e fecondo
da la gemina sede gli divelse;
ma con opre sí eccelse
fece viril se stesso,
ch’aggiunse al cor quel che mancava al sesso.
xiv
Volpe malvagia, che ’l terren fiorito
de la vigna di Cristo incavi e rodi;
lupo fellon, che con furtive frodi
il fido ovile hai lacero e tradito;
immondo corvo, che, de l’arca uscito,
di putrid’ésca ti nutrisci e godi;
perfida iena, che ’n sagaci modi
formi d’umana voce un suon mentito;
iniqua aragna, che a le mosche ordisci
reti vane d’error; rana loquace,
che, sommersa nel fango, al ciel garrisci;
Piton, che ’l mondo ammorbi; idra ferace
di mille avide teste, ahi! come ardisci
sotto aspetto vezzoso esser vorace?