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le pitture e le sculture 255

xi

     Ecco del crudo re di Palestina
[l]a spaventosa imago.
Recise ei di Giudea
le piú tenere piante;
fu de la bella ebrea
omicida ed amante.
Ben potrá dir chi mira il fier sembiante
che di tigre o di drago
alma non è sí fèra o sí ferina,
che capir, ch’albergar non possa amore,
poi ch’entrò nel suo core.


xii

     Di dolore e di rabbia
strugge se stesso e rode
lo scelerato Erode, e chiama invano
Marianne gentil, che non risponde.
Sí ben mesce e confonde
nel suo rabbioso e doloroso aspetto
questo gemino affetto
del mirabil pittor l’egregia mano,
che non si scorge in lui qual sia maggiore
o la rabbia o il dolore.


xiii

     Non in tabella angusta
dipinto e colorito,
se guardi al core immenso, ai chiari gesti,