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le pitture e le sculture 241

xii

madonna

di Rafaello da Urbino.

     Quando a ritrar l’angel terrestre intese
l’angelica beltá, gli atti divini,
di celesti colori e peregrini
scelse le tempre e ’n ciel volando ascese.
     E dal Sol quivi e da le stelle ei prese
l’oro de’ biondi innanellati crini,
e da’ piú puri spirti, a Dio vicini,
la luce e ’l foco, onde i begli occhi accese.
     L’ostro schietto a l’aurora, il latte tolse
al bel calle stellato, e ’l santo viso
e la fronte beata ornar ne vòlse.
     Del seren d’oriente il dolce riso
sparse, e aria di vita in lei raccolse,
e chiuse in poca tela il Paradiso.


xiii

madonna

del Correggio.

     Finto non è, ma spira
il divin pargoletto,
ch’a la Vergine madre in grembo posa.
Mira i dolci atti, mira
con qual pietoso affetto
le ride e scherza... E ben mover vedresti
i bei membri celesti;
ma non vuole e non osa
(sí lo stringe d’amor tenace laccio)
a la gran genitrice uscir di braccio.

G. B. Marino, Poesie varie. 16