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le pitture e le sculture 237

iv

endimione che risguarda la luna

di Carlo Viniziano.

     Sotto il freddo seren, su l’erba assiso
presso il fidato can, lungo l’armento,
stavasi Endimion col guardo intento,
il suo notturno Sol mirando fiso;
     e, con selvaggio e rustico sorriso,
l’ombra additando del macchiato argento,
notava sol fra cento raggi e cento
le stampe de’ suoi baci entro il bel viso;
     e la scorgea per mezzo il folto orrore
rotar il carro lampeggiante e vago,
rossa di scorno e pallida d’amore:
     quando Carlo il ritrasse, e, del suo vago
correndo Cinzia al dilettoso errore,
rifiutò ’l vero ed abbracciò l’imago.


v

calisto

di Guido Reni.

     Non languir, verginella,
scoprendo al fonte sacro,
spogliata a forza de la propria veste,
l’inganno de l’adultero celeste.
Ché ’l vago simulacro
ti mostra, e nel lavacro
e nel bosco e nel cielo,
con forma umana e con ferino velo
e con luce immortal, sempre piú bella
e ninfa ed orsa e stella.