mi fu la sera oscura,
tanto l’aurora chiara
mi si dimostra avara?
Dite, ditemi, o scogli,
duri scogli, aspri sassi,
chi è, chi m’ha rapito
colui, che mi rapio
da la paterna reggia?
Se fu Borea superbo,
supplico Orizia bella
che ’l faccia un’altra volta
risospingere al lido.
Se Zefiro spietato,
prego Clori pietosa,
ch’ogni piacer gli neghi,
tanto che a me nol renda.
Se fu fors’Euro audace
o pur Noto rapace,
con Eolo mi querelo
e le lor fraudi accuso.
Ma se sol per fuggirmi,
fellone e traditore,
il crudo Teseo mio
sen va da me lontano,
abbia al suo corso iniquo
l’onde contrarie e i venti,
le stelle e gli elementi.
Dunque, perfido, dunque,
a questa guisa lasci
colei che per te solo
lasciò la patria e ’l padre?
Io ti campai la vita,
tu m’esponi a la morte;
io ti donai lo stame,
per cui libero uscisti
dagl’intricati giri