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idilli mitologici | 191 |
che mollicello
lega colei,
che m’ha legato!
Ben io vorrei
veder aperte
quelle finestre
di paradiso;
ma non ardisco
di far offesa
ai duo bei Soli,
ch’ascosi dentro
le proprie sfere,
posano alquanto
dai faticosi
giri amorosi.
Sonno, deh! come
tu, che sei figlio
de l’ombra oscura,
abiti albergo
di tanta luce?
Ahi, che quel sonno,
che la nutrisce,
è forse quello,
ch’ella rapisce
agli occhi altrui!
Dormi pur, dormi,
qualunque sei,
ch’anzi vogl’io
far che ti prenda
piú dolce oblio
al mormorio
de’ pianti miei.
Tacete, o ninfe;
silenzio, o fauni!
Cosí Bromio dicea, rapito e fiso
ne la beltá de la donzella estrana;