dico Bacco gentile,
che con sue liete e strepitose squadre
in ricca poppa altier facea ritorno,
trionfator de l’espugnato Gange;
e, come vide quella,
non piú veduta in sí remota parte,
solitaria bellezza,
accostato alla riva il cavo pino,
dolce fermossi a contemplarla intento.
Sovra l’orlo del lido
piantata era la tenda,
dove giacea l’innamorata donna:
nuda no, d’una gonna
velata sol semplicemente bianca,
del cui morbido argento avea le trame
figurate a fogliaggio un bel lavoro
di porpora con oro.
Pendean d’ambe l’orecchie
due ricche navicelle
del piú fino smeraldo,
ch’avean d’oro le sarte e d’òr gli arredi.
Cerchiava l’alabastro
de la colonna pura,
che reggea l’edificio del bel volto,
collar fatto di smalto
a foggia d’angue attorto, a cui di bocca
di lucenti rubini uscían tre lingue.
Nel mezzo de la fronte
un’aquiletta d’òr tenea tra l’unghie
grossa fuor di misura
di diamante angolar forbita punta.
Le chiome, senza legge
scompigliate serpendo
fuor d’un bel nastro di purpurea seta,
traboccavan sul tergo e su la guancia;
ed era quel disordine sí bello