Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
idilli pastorali | 149 |
con lo scudo e con l’asta,
la piú saggia e piú casta.
Io, che diva non son, vo’ pur almeno
del costume divin seguir l’essempio.
Se sia malvagio ed empio,
non so, né saper curo;
e, s’altri mi riprende,
dirò che, quando errori anco sien questi,
con le dive celesti errar mi giova.
Poma d’òr non dimando,
poma d’or non desio. Venga pur l’oro
in qualunque lavoro,
anel, vezzo o maniglia,
o cintura o pendente;
sia pur d’oro il presente,
in moneta battuto o in massa accolto,
di ciò non mi cal molto.
fileno
Fortuna de’ suoi doni a me fu scarsa,
il nascer mio guardò stella mendica;
né piacque al ciel ch’io fossi
d’armenti e gregge e di poderi e case
possessor fortunato.
Fuor ch’un sincero affetto,
fuor ch’una pura voglia,
a tanto bene offerto
altra non saprei dar degna mercede,
quanto povero d’òr, ricco di fede.
filaura
Amor d’oro ha gli strali e d’oro ha l’arco,
senza l’òr non fa mai colpo che punga.
Le quadrella impiombate
s’avien ch’egli saetti,
si spuntano ne’ petti;