a l’intelletto tuo rendersi oscure.
Ma tutto ciò ch’io parlo
tel dimostra natura, e ’n questa scena
di misti e d’elementi
tu tel vedi e tel senti.
Mira lá la giovenca in su l’erbetta
al suo torel, che l’ama
amante affettuosa,
lambir, quasi baciando, il caro fianco.
Odi con quali accenti
chiama lá tra le fronde
di quella quercia antica
l’usignuol lusinghier la dolce amica.
Vedi tra’ rami di quel verde mirto
la colomba amorosa
come, col vago insieme,
gemendo bacia e ribaciando geme.
Vedi il suo tortorello
d’un in altro arboscello
seguir, cantando, a volo
la compagna vezzosa,
la qual, s’avien che poi ne resti priva,
sconsolata e mal viva,
in secco tronco lagrimando dice:
— Piango i miei giorni, vedova infelice. —
Vedi, non ch’altro, vedi
la vipera gelosa
ne l’orlo de la siepe, or che ridente
ringiovanisce l’anno,
lá dove dolcemente
piú d’amor che di Sol foco la scalda,
come ondeggiando mostra
a l’aspe innamorato
ricca di lucid’òr la nova spoglia.
I pestiferi fiati e i fischi orrendi
in sospir son rivolti;