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idilli pastorali 135

querulo insieme e taciturno amante,
che sempre ha nel sembiante
facondia muta e silenzio loquace,
cor che favella piú quanto piú tace.

filaura


Tu parli e tremi e geli,
e, sí com’uom che sogna, o qual bambino
che balbetta e vagisce,
formi con roca voce infra te stesso,
e mormori fra’ denti,
confusi e rotti accenti.
Ti vide forse questa mane il lupo?

fileno


Filaura mia, mi vide
la lupa e non il lupo!
quella lupa crudel, che del mio core,
qual d’agnello innocente,
fa strazio a tutte l’ore.
Ah, perverso destín!

filaura


                                                Di che sospiri?

fileno


Non cercar ch’io riveli
quel che convien si celi.
Discoprir mi si vieta
quella piaga secreta
che nel petto nascondo,
alta cagion del mio dolor profondo.

filaura


Indegno è ben d’aita
chi chiude aspra ferita.