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gioverebbono anzi nocerebbono infinitamente, essendo fabbricati da semplici tali, che nella mistione sono atti a corrompersi ed a putrefarsi in poche ore e talvolta ad invelenirsi. Che dico io invelenirsi? Tutte le materie solutive sono da Dioscoride, nel suo sesto libro al capo 73, stimate per sé velenose o tanto o quanto, e di tossico fanno veramente ufficio se non sono con prudenza amministrate.

Ma qui, per l’incidenza che mel ricorda, io non posso astenermi dal soggiugnere una cosa ch’io non pensai di dire da principio. Veggo usarsi oggidí da alcuni un’altra violenta operazione oltre la prefata delle medicine composte, e ciò non solo nelle febbri ma in varie indisposizioni. La quale mi pare anco r essa pericolosa ai corpi e letale, in maniera che a lungo andare conduce ad infallibil morte, qualunque infermo se ne vaglia; perché per esperienza s’è tócco con mano che, s’ella non fa la prima volta, il fa la seconda e, se non la seconda, la terza e, se non la terza, la quarta, secondo le diverse nature de’ pazienti abili a piú resistere o a meno. Questo è il medicar per via di semplici, ma di semplici velenosi e preparati a discrezione; cioè estratti chimici di minerali e di mezi minerali o quinte essenze distillate o acque o olii o spiriti o sali o altre simili riduzzioni variamente nominate. E benché ciò sia usanza non affatto canonica ma empirica, la qual si tiene non da tutti i medici ma da alcuni pochi e da alcun ceretano, poco però essa non nuoce né poco è il numero degli uccisi, avendosi riguardo che per le mani d’un sol medico o d’un sol ceretano possono in processo di tempo passar molte e molte migliaia di malati, i quali foltamente concorrono dove si spenda manco. II voler correggere i veleni a fin di ridurgli a bevanda salutifera o ad altra benigna forma è propriamente uno scherzar colla morte, non potendo noi sapere per appunto insino a qual segno si debba rintuzzar la qualitá venefica per proporzionarla al morbo e quali mezi sieno idonei a ciò effettuare. Onde nel preparare si camina non meno al buio di quel che si faccia nel cercare il lapis filosofico, dove altra guida non si ha che ’l caso ed il fuoco; guide, dico, una cieca affatto e l’altra formidabile e fiera e senza regola. Ed ogni