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volete mandar le lettere nel pachetto del prencipe cardinale, mandatele per la posta ordinaria.

Della stampa dell’ Adone, parlo di quella di Torino, non se n’è avuto piú alcuno aviso, onde debbo credere che sia svanita, né so quel che si sia fatto del signor Lorenzo Catani, il quale non mi ha date mai piú novelle di sé. In Venegia l’hanno ristampato, ma scorrettissimo e pieno d’infiniti errori importanti. Ora si ristampa in Roma, e credo che sará il piú perfetto, perché l’ho migliorato in moltissimi luoghi e levatone parecchie superfluitá.

Direte al signor Braida che ho ricevuta la sua lettera, ma non ho tempo di risponderli adesso per ritrovarmi molto occupato. Ditegli che non ho mancato di ritentar piú volte l’effetto del suo negozio, ma che sempre vi ho ritrovata difficoltá. Con tutto ciò averei operato qualche cosa di piú, se il male del serenissimo prencipe cardinale non m’avesse disturbato.

Scrivo al signor Scorza, a cui consegnerete l’inclusa; e se vorrá darvi il dissegno dell’ Orfeo, potrete mandarmelo per la posta dentro un cannoncino di latta.

Fate i miei baciamani e le mie riverenze affettuosissimamente ai miei signori marchese Villa, conte di Moretta, Scarnafiso, Montué, Meietti, Villafaletto e Tesauro. Al mio carissimo poi monsignor di Cercenasco offerite in sacrificio il fiore dell’anima mia in un saluto. Fate una umilissima riverenza in mio nome agli eccellentissimi signori don Felice, anzi Fenice, e don Emanuello. E se il signor gran cancellier Provana si ritrova costi, baciategli le mani da mia parte.

Di Roma [autunno 1623].

CCXIII

Al signor Bernardo Castello


Dá conto della convalescenza di Urbano ottavo e del Cardinal di Savoia, e chiede un quadretto.

Insieme con la lettera di V. S. n’ho ricevuta anche un’altra del signor Castellino, a cui non posso rispondere al presente per ritrovarmi occupatissimo, onde la priego a scusarmi con