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altre sono le cagioni estrinsiche, le quali possono impedir la debita gloria a chi scrive: la posterioritá de’ tempi, la preoccupazion de’ luoghi, l’abbondanza de’ libri buoni, la persecuzion de’ professori viventi, l’inopportuna grossezza o picciolezza de’ volumi, gl’interessi mercantili de’ librai, le proibizioni de’ superiori, e va’ discorrendo. Io stimo che Luigi Tansillo, per esempio, sia miglior poeta lirico che non è il Petrarca medesimo; ed in questa credenza ho trovato convenire e concorrere la piú parte di coloro c’hanno (come è in proverbio) sale in zucca. Uno n’era il Tasso, benché egli non communicasse tal suo senso a tutti, ma ad alcune persone confidenti. Nulladimeno il Petrarca è famosissimo e celebre, e quest’altro a pena s’ode nominare. Il che è avvenuto: perché egli trovò occupata la sedia con troppo vecchio possesso; perché scrisse in tempo abbondante di buoni autori, i quali unitamente il perseguitaron tutti ; perché gli furono proibite alcune delle sue piú ingegnose composizioni dall’Inquisizione ed alcune altre dall’ iinperador Carlo quinto per rispetti politici e di Stato; perché scrisse troppo picciolo volume di sonetti e di canzoni, il quale neanco va da sé, ma va gravato da grossa fasciucheria di rime diverse. Oltre che, dopo la sua morte gli furono falsamente attribuite alcune sciocche scritture, che diedero compito tracollo al suo credito; perciocché le due comedie, che vanno stampate sotto suo nome, furono fatte non da lui ma da un vicentino ignorante, e le Lagrime di san Pietro son fattura non sua ma di Giacopo suo nipote. A queste tante disgrazie, ch’egli ebbe, s’aggiunga per sigillo che poi venne il Marino e colla sua garbata ronchetta gli carpi tutti i suo’ migliori concetti; non dico solo dalle prefate Rime impresse, ma da alcune canzoni e capitoli non pubblicati, i quali esso Marino buscò in Nola manoscritti. Questi egli non si degnò di sfiorare ma, occupandogli intieri, gli registrò per suoi e seminògli nelle sue opere tutte, ma piú nel primo e secondo volume: si come l’istesso egli ha dapoi fatto ancora a me in ambedue le prefate maniere, ed il mondo parte da sé il vede e parte il può credere e conghietturare, se ben io per maggior mia cautela ho voluto provarlo piú