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LIV

Al SIGNORI ACCADEMICI INSENSATI, A PERUGIA


Ringrazia di essere stato aggregato alla loro accademia e discorre del Mondo nuovo.

Alla cara lettera delle SS. VV. io risposi subitamente coll’animo e colla volontá, benché colla carta mi sia poi stato forza di risponder tardi per cagion d’alcuni avuti impedimenti. E se, come io feci compitamente quella prima risposta tacita, cosi sapessi ora fare questa seconda parlante, certo che la mia osservanza verso di loro non si rappresenterebbe qui tronca e compendiata dentro ai solchi di poche righe come fa, ma larga ed ampia e grande ed immensa, e s’altro nome si trova d’eccessivo e di smisurato. Perciocché, se la doppia fama, che di lor corre per tutta Italia, di dottrina e di gentilezza fa amarne e riverirne le persone da chi non ha punto che lar con esse, quanto piú amare e riverirle debb’ io, il quale Elle hanno di proprio motivo aggregato al lor numero, chiamando il mio oscuro nome a participar di coteste lor chiarissime lodi ed adottando la mia ignoranza a goder di cotesta lor ricchissima ereditá di gloria e d’onore? Io mi confesso veramente obbligatissimo a tutti in commune ed a ciascuno in particolare. E s’io non temessi di non poter sopportar tanta soma di debiti, me ne vorrei alle spalle aggiungere uno altro grandissimo e tanto rilevante quanto importa tutto l’onor mio e tutta la mia riputazione. Questo è che, poich’EUe m’hanno richiesto ch’io lor mandi alcun canto del mio poema del Mondo nuovo, che giá finitosi affatto si sta ora da me rivedendo, glieli manderei loro successivamente tutti quanti ad uno ad uno, acciocché essi dalla lor savia censura e caritativa correzzione ricevessero quella politezza e quello ornamento che non aspettano dal mio picciolo ingegno. Alla qual risoluzione m’inviterebbe l’aver io udito piú volte da testimoni degni di credito che in loro regnino appieno ambedue le parti che debbono trovarsi in chi ha da giudicare scritture, cioè finezza di giudicio e fedeltá di riprensione. Molti hanno il giudicio senza la fedeltá, e molti altri hanno la fedeltá senza il giudicio. L’uno e