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giovevoli e buone, e partorirá alle nostre persone non meno onorato utile che lucrosa gloria e riputazione. Ed io, che frattanto sono indegnamente scelto a regolar la schiera, prometto, per quanto potranno le mie forze accompagnate da’ lor favori, di fare in modo che, s’io m’onoro del loro giudicio, Elle non s’abbiano a vergognar de’ miei portamenti. I quali, se non saranno al tutto perfetti, saranno amorevoli e fedeli.

Vorrei per fin di questa ringraziar le SS. VV. con parole, se mi sentissi averle atte ad arrivare alla grandezza del debito. Ma non può render grazie uno che d’ogni grazia è privo. Follo nondimeno col grato affetto dell’animo, impinguando la scarsezza del parlare colla soprabbondanza dell’amore e prenunziando loro il mio ritorno a Parma per giovedí prossimo, a fin di trovarmi nel primo atto pubblico, in che il signor Rosa sará per recitar la sua orazione.

Bacio alle SS. VV. cordialmente le mani.

Di Piacenza, 2 di decembre 1606.

XVIII

Alla signora contessa Lucrezia Angoscigli, a Roma


Contraccambio di augúri.

Di Parma, 28 di decembre 1606.

XIX

Al signor Marco Antonio Salvucci, a Perugia


Riceve da lui una lettera assai laudativa.

Ma tali lodi converrebbero per l’appunto a chi le ha scritte.

Di Parma, 2 di gennaio 1607.

XX

Al signor capitano Ortensio Ghisi, a Fiorenza


Congratulazioni per la nascita di un bambino.

Di Parma, 3 di giugno 1607.