Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/172

LXXXV

Di Giovanni Fabro

Invia al poeta l’anello dell’accademia dei Lincei.

Ecco l’anello linceo, col quale il signor prencipe nostro, don Virginio Cesarini, e altri signori academici lincei hanno voluto legare ed aggregare V. S. al loro consesso linceo, per ricevere maggior splendore dal molto illuminato intelletto di V. S. in tutte le scienze. Accetti dunque V. S. questo cortese vincolo; col quale però lei non resti imprigionata da noi, ma possa con esso cattivare ed incatenare l’animi nostri, li quali giá molto tempo fa abbiamo dedicati alle sue rare qualitá e virtú. L’obligo di V. S. ora non è altro, salvo che questo: che lei in queste due polizze abbia da rimandarci il suo nome in forma e guisa come si vede qui appresso, accioché possiamo arrollarla nel catalogo dei signori lincei, che io tengo appresso di me. E per fine a V. S. auguro sommo contento e le felicissime feste di natale.

Di Roma, alli 21 di decembre 1621.

LXXXVI

Al signor Giovanni Fabro


Risposta alla lettera precedente.

Ho ricevuto l’anello linceo, inviatomi da V. S. per parte del signor don Virginio Cesarini, prencipe dell’accademia, e per parte ancora degli altri accademici. Tardi n’accuso la ricevuta, perché, essendo io in Bologna, la sua lettera non ha potuto trovarmi in Ferrara. Intorno poi all’onore che mi fa il signor prencipe con gli altri accademici, mi rimetto alla qui congiunta lettera; e rendendo a lei particolarissime grazie della briga che se n’è presa e inviandole il mio nome conforme all’aviso, le bacio con affetto straordinario le mani.

[Bologna, principi del 1622].