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Al medesimo
Invia una «baia» e annuncia d’aver giá mandata al conte Campeggi copia d’alcune cose della Murtoleide.
Non vorrei che V. S. mi stimasse si poco grato conoscitore degli oblighi miei, che quando fossi stato certo ch’ Ella era costi, non avessi subito a lei prima che ad ogni altro mandata quella mia baia; se bene è cosa di poca levatura, composta con poca vena, poco riveduta e con pochissima mia sodisfazione publicata. Ma io pensava, per quel che mi era stato detto, che V. S. fosse in Vinegia, dove aveva giá risoluto di scriverle. Ora, qualunque ella sia, gliela invio con tutto l’affetto dell’animo, e la prego a volermi avisare di ciò che ne dicono gli amici. Le cose burlesche non le mando, perché non me n’è rimaso originale, essendo state fatte solo per far favola della corte un certo buffalo che volea fare il Zanni. Ne mandai bene una copia al signor conte Ridolfo Campeggi, dal quale potrá V. S. facilmente averle con mostrargli questa mia. Né mi curo che si trascrivano, che si veggano e che vadano in volta, poiché per queste bande non è putto che non le sappia a mente; anzi ne vanno facendo dell’altre con mio disgusto, perché incrudelire ne’ cadaveri non è atto da generoso. Desidero solamente che l’originai di mia mano s’abbrugi, per non dare adito all’altrui malignitá. Di me poi non so altro che dirli se non ch’io spero dopo le feste o almeno a carnevale ritornare a cotesta volta, poiché questi paesi m’incominciano a fastidire. E s’io vi sono stato fermo insino a quest’ora, l’ho fatto per condurre a fine alcuni miei interessi e per l’ infinite cortesie e carezze ricevute da questo serenissimo prencipe, dalla cui mano appunto dimane sono in procinto di ricever l’abito di san Maurizio e Lazzaro con le ceremonie solleoni; e se bene me l’aveva giá conceduto un pezzo fa, l’effetto però della sollennitá si è ritardato infino al presente per farmi maggiore onore, poiché spero subito dopo
G. B. Marino, C. Achillini e G. Preti, Lettere - 1.
