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CLXXXII
Al signor conte Fortuniano San Vitali
Notizie di una sua grave malattia.
Non erano quindeci giorni nel ricevere della vostra ch’io era
fuor di letto, dove per piú di due mesi continui mi son giaciuto,
colpa di un terribile accidente. Ora per grazia di Dio son vivo
e sano ed ho ricominciato a continuar la stampa dell ’Adone,
la quale è stata per tutto questo tempo interrotta. Io credeva
a quest’ora d’aver quasi finito questo benedetto libro, ma non
mancano mai degl’intoppi; il che mi ha guasti molti miei disegni,
poich’io sperava senz’altro di dover riveder l’Italia quest’autunno
ed ora mi bisogna prolungare il ritorno a primavera.
Vi mando il Decamerone, il quale è bellissimo, della impressione del Giolito, figurato. Accettatelo come cosa donatavi da me, che vorrei poter donarvi il cuore; ma guardatevi... che non vi faccia la barba di stoppa. Iddio vi feliciti.
Di Parigi [autunno del 1622].
CLXXXIII
Al signor Simon Carlo Rondinelli a Firenze
I ntorno al medesimo argomento.
lo ne ho avuta questi giorni una gagliarda stretta d’infermitá,
che mi ha tenuto con febre acuta e continua quasi due mesi
in letto. Ora son convalescente e mi vo ristorando a poco a
poco; né perché la mano sia ancor debole a sostener la penna,
voglio lasciar di salutar V. S., si come fo caramente con questa,
la quale altro per ora non pretende che pregarla ad amarmi,
a scrivermi ed a comandarmi. L’impedimento del mio male,
oltre gli altri disturbi, ha tenuta sospesa l’impressione del mio
Adone che tuttavia si tirava innanzi. Per questo rispetto ho
mancato di mandare all’ illustrissimo signor cavalier Concini i