Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/307

servitú gradita. Se voi me ne sarete il procuratore, ve ne porterò obligazione particolare.

Saluterete da mia parte i miei carissimi signori Tesauri, e specialmente il signor Lodovico; e ricordategli ch’io gli sono quel di sempre, ma non gli scrivo per non fastidirlo. Pregatelo ancora a voler far tenere cure di quelle casse con le mie robbe. Del signor Claretti è mille anni che non ho novelle, e la stampa delle Lettere andò in fumo. Io l’ho caro, perché molte delle mie n’ho riformate e, se le stampasse nel modo che l’ebbe da me, mi farebbe dispiacer grande. Di grazia, fategliene motto. Io subito spedito dell’ Adone , piacendo a Dio, spero dare una passata di costá almeno per qualche mese.

Al signor conte Lodovico d’Aglié bacio mille volte le mani; e perché è tardi e scrivo in fretta, fo fine pregandovi dal cielo ogni felicitá.

Di Parigi [1621].

CLXXVI

Al signor Giovan Battista Ciotti

Riceve un quadro del Palma. Attende l’altro e quello del pittore fiammingo.

Io vi scrivo per ogni posta, ma voi non mi rispondete se non di rado. Vi priego a voler continuarmi sempre il gusto delle vostre lettere, assicurandovi che non perderete la fatica né l’inchiostro. Ebbi qui dal clarissimo signor Dominici il quadro del Palma, il qual da coloro che se n’intendono non è stato ritrovato delle miglior cose ch’egli abbia fatte, né corrisponde all’altre opere sue; e ben si vede che con gli anni ha perduta gran parte di quella sua maniera leggiadra e graziosa. Di grazia, di ciò non ne fate motto alcuno, anzi ringraziatelo da mia parte, sollecitando la spedizione dell’altro, e vedete di cavarglilo di mano quanto prima. Aspetto anche con desiderio quello del fiamingo e d’essere avisato del prezzo, ché subito manderò il danaro.

Tutto il mondo mi scrive che lo Stigliani è venuto a Yinegia a stampar de’ libri contro di me. Vorrei pure averne qualche