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da mia parte a farlo, perché se tarderá ancora d’avantaggio, non potrò fare i fatti miei né servirmi d ’alcune scritture che mi sono necessarie, oltre le stampe d’intaglio dolce ch’io desidero d’accommodare in libri. Scrissi a V. S. giá a lungo per via del signor ambasciatore di Vinegia, ed ora le dico di nuovo che la stampa della Sampogna è quasi condotta a fine e fra pochissimi giorni la manderò. Della Galeria non occorre parlarne, perché mi hanno assassinato ed io ho giurato di darne al fuoco quante me ne verranno nelle mani. Dopo ricevuto l’ordine pecuniario per la stampa dell’Adone, nella espedizione del quale mi è convenuto aspettar molto, per esser passato per lo Consiglio e per le mani di tutti i ministri, finalmente è in mia mano; ma il tesoriero mi dá alquanto di dilazione. Con tutto ciò spero fra pochi giorni di esser pagato, e darò subito dentro alla impressione. Con che le bacio caramente le mani.
Di Parigi [fine del 1619 o primi del 1620].
CXLVI
Al medesimo
I ntorno allo stesso argomento.
Due volte vi ho scritto, l’una diffusamente per via del signor
Vico, l’altra di passaggio per via del signor Fresia. Ancora non
veggo comparir risposta. Dovete esser tanto immerso nel pelago delle delizie tra coteste feste, che non vi ricordate piú di
me. Scrissi giá un pezzo fa al signor Lodovico Tesauro che mi
favorisse di far subito consegnare al signor Luigi Meinier una
delle mie casse ch’io lasciai in sua casa, la piú nuova e la piú
grande, per alcune mie occorrenze, ché il sudetto avrebbe avuto
cura d’ inviarmela. Non mi ha neanche risposto; e quando io
stava aspettando la cassa, il detto signor Dionigi ha scritto qua
al signor Fresia che esso signor Tesauro ha trovato delle scuse
e che infine ha ricusato di dargliela. Questo motivo mi ha tutto
pieno di maraviglia e di confusione, né mi posso recare a credere ch’ un tal mancamento proceda da esso signor Lodovico,