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tesoriere qui non si può far nulla. Ma avendo inteso che i! re deve venire di certo a Fontanablò, stante la mia indisposizione ed il disagio che, per quanto mi dicono, si patisce in cotesta corte, mi son risoluto di non farne altro, ma in quella vece tentare per via di lettere di conseguire l’intento con fare uno sforzo.

Scrivo adunque a monsignor di Luines e gli mando l’introduzione del Discorso fallo per la elezione dell’ imperatore. Priego V. S. quanto piú fervidamente posso a voler costi cercar mezo efficace accioché l’abbia. Ho voluto accompagnar la lettera con un’altra a monsignor di Bluimil, il quale credo potrebbe essere ottimo str omento in questo negozio ed a cui V. S. potrá presentarla, mostrandogli il Discorso’, e se le parrá di darlo a lui insieme con la lettera perché consegni l’uno e l’altra al detto Luines, o se stimerá meglio far capitale del signor Secchi, me ne rimetto al suo stesso giudizio. V. S. gli dica che questo è solo il cominciamento, e che l’opera è finita, e che se sará a gusto de’ padroni, finirò di trascriverla.

Dell ’ Adone non ne parlo piú, ma la supplico bene del suo favore circa il mio pagamento. La dimanda è onesta, poiché non pretendo se non quel che è giá trascorso. Sono straniero e qui non ho altre rendite. La volontá di esso Luines è che

10 sia pagato effettivamente, e perciò mi fece mettere nell’ultimo stato dello sparmio. Né mai mi è incontrato come al presente, poiché sempre da poi che sono in Francia sono stato sodisfatto di quartiere in quartiere. Altro non bisogna s non che Luines istesso o il medesimo Bluimil da sua parte ne dica un picciol motto a monsignor Moran, il quale si ritrova costi, accioché scriva qui a monsignor Scaron suo primo commesso, che al presente è in Parigi, dandogli ordine che mi paghi; o se intanto

11 detto Scaron sará ritornato a Tours, farglielo a bocca comandare, poiché egli qui si scusa con dire che non può farlo senza espresso suo comandamento overo particolare ordinanza. V. S., di grazia, non mi abbia per importuno se le do si fatte brighe, poiché non ho costi padrone piú confidente; e son certo che non mancherá di impiegarvi ogni sua diligenza per amor mio.

cosa che molto mi preme, e perciò gliela raccomando con

G. B. Marino, C. Achillini e G. Preti, Lettere - 1.

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