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mi legherá con una catena d’obligo immortale; e la priego ad attribuire la mia soverchia importunitá a somma confidenza, con cui bacio a V. S. caramente le mani.
Di Torino [1613].
LXXX
Al medesimo
Attende un disegno e ne chiede altri.
Mi piace che V. S. sia giunta in Roma con salute. Aspetto il disegno con disiderio. Se verrá, mi sará carissimo. Ma non però la disobligo degli altri due, cioè de\Y Europa e del Narciso , con le debite condizioni della sua commoditá. Potrá V. S. indirizzarlo con una sopracoverta in Milano all’ illustrissimo signor conte Luigi Marliani, il quale averá cura d’ inviarlo per via sicura. Ma avverta di mandarlo ravvolto in qualche cannoncino, accioché non si guasti. Qui siamo tra l’armi, e piaccia a Dio di rasserenare queste turbulenze le quali minacciano una gran rivoluzione alla povera Italia! Bacio a V. S. caramente le mani.
Di Torino [16:3 o 1614].
LXXXI
Al medesimo
Intorno allo stesso argomento.
È giá un pezzo che V. S. mi scrisse d’aver finito un disegno per me e dimostrava d’essere in dubbio per qual via
dovesse mandarmelo. Io le risposi che poteva inviarlo per la
posta ordinaria di Lombardia, che va da Roma a Milano e da
Milano viene a Torino. Ma perché non ne veggo effetto alcuno,
vo dubitando o che la lettera sia andata in sinistro o che V. S.
sia partita di Roma o che sia molto occupata. Torno adunque
a pregarla del medesimo; e se vorrá risparmiar la fatica e ritrovare strada piú sicura, potrá ritrovare costi il signor Giovan