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consolazione, perché rassicuro che allora mi stimerò favorito quando mi vedrò comandato. Scrivo al signor Galiucci, e all’uno e all’altro bacio riverentemente le mani.

Di Ravenna [primi del 1610].

LXI

Al signor Giacomo Antonio Castello

C hiede un dipinto di Bernardo Castello.


L’offerta che V. S. mi fa per sua gentilezza non è da rifiutare; onde la priego con sua commoditá e con buona occasione a voler effettuar la promessa, assicurandola che in qualsivoglia opportunitá di suo servigio mi ritroverá all’incontro sempre prontissimo a secondare il gusto suo. Se potrá mandarmi qualche cosa del signor Bernardo, mi sará sommamente cara, massime se saranno cose piú tosto favolose che spirituali, perché per alcuni miei fini n’ho bisogno di cosí fatte. Intanto V. S. mi ami, mi scriva e mi comandi, ch’io le bacio con tutto l’affetto del cuore le mani.

Di Torino [1610?].

LXII

Al signor Bernardo Castello

C hiede disegni.


Promisi giá di scrivere a V. S. subito giunto in Torino, ma molte occupazioni mi hanno distratto da questo debito. Ora per ricordarlemi servitore le mando alcune poche poesie sopra alcune delle sue opere istesse. Queste entrano nella Galeria , opera nuova la quale uscirá fra pochissimi giorni alle stampe, e anderanno insieme con gli altri componimenti in cotal genere, dove si fará menzione anche d’altri quadri fatti da V. S., secondo la nota ch’io ne presi quando fui costi. Dall’altra parte vorrei ch’ Ella si ricordasse de’ patti e delle promesse, cioè che

G. B. Marino, C. Achillini e G. Preti, Lettere - 1.

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