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l’Adone? Unica corte italiana di prestigio, nonché paragonabile, superiore alla corte di Francia, era quella pontificia. E sappiamo che ve lo chiamava il Cardinal nepote Ludovisi. Ma la repentina morte di Gregorio xv e l’energica sterzata verso un nuovo corso culturale, che avrebbe escluso Galileo come Marino, voluta dal nuovo papa (Maffeo Barberini, Urbano vm), resero subito difficile la vita al poeta e al poema. Era l’idea letteraria mariniana, l’assenza di idealismo della sua costruzione, quel barocco gaspillage, il suo — potremmo dire, per intenderci — decadentismo avant-lettre, che si riteneva urgente respingere; ma la strada piú ovvia, perché lí il Marino appariva meno difeso, era quella di prenderlo sul punto, sull’accusa di pornografia.

Cosi il Marino, che forse per sviare le critiche di chi era risoluto a non accettare in blocco il poema nuovo, aveva cominciato a parlare di una nuova edizione da farsi in Roma (« L’Adone di Vinegia è scorretto, se bene l’impressione di Francia non monda nespole. Qui [a Roma] si ristampa tuttavia, ed io stesso lo correggo, onde sará senz’altro il migliore ... »; «... Ora si ristampa in Roma, e credo che sará il piú perfetto, perché l’ho migliorato in moltissimi luoghi e levatone parecchie superfluitá ... »), di fronte alle ristampe o ai progetti, alle voci di ristampe, autorizzate o no, che vengono da mezza Italia, deve da ultimo dirla tutta: «... Come diavolo le genti son cosí temerarie, che ardiscano di ristampare un libro senza saputa, anzi contro la volontá dell’autore? Io ne ho sentito molto disgusto, perché desiderava che si aspettasse questa impressione di Roma, dalla quale, per essere piú corretta ed emendata da me, si può pigliar la regola dell’altre. Ora perché intendo che costi [a Venezia] parimente si è posto mano a ristamparlo, vi priego a voler sospendere alquanto finché questa di qua abbia effetto, percioché, oltre che sará migliore la vostra, la vendita sará sicura; clié altrimenti il Mastro del Sacro Palazzo fa grande schiamazzo e minaccia di proibirlo, se Valtre impressioni non saranno conformi a questa ... » [lett. n. 200].

Ma la misura fu inutile; il Marino cercò (e trovò) aere men ostile in Napoli, e la ristampa romana, per qualche tempo (pare) affidata a un giovane poeta suo protetto, il Bruni, rimase poi tronca per l’intervento censorio del cardinale Pio di Savoia (mentre l’intempestiva tesi di un giovane gesuita, Agazio di Somma, esser l’Adone paragonabile anzi preferibile alla Gerusalemme liberata, provocava, segno dei mutati tempi, una immediata presa di distanza da parte degli stessi sostenitori del Marino).