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31.Ermanto v’ha, di cui giá mai piú dotto
non ebbe in quel mestier l’Indica terra.
E Fartete il Pigmeo, che fu prodotto
ad aver con le Gru perpetua guerra.
E v’è Fulgerio ancor, ch’è Cipriotto,
e di mille un sol colpo unqua non erra.
E ’l superbo Medonte il Battilano,
che d’acciaio lunato arma la mano.

32.S’accinge a l’opra e cinge al fianco Ordauro
pien di ferrate penne aureo turcasso.
Il figliuol d’Euro Eurippo, il gran Centauro,
tal gloria ambisce, e ’I Sericano Urnasso.
Xé men di lor Brimonte ed Albimauro
la brama, Hircano l’un, l’altro Circasso.
Chiedela a prova Ucciuffo ed Anazarbo:
quegli è di Thracia allievo, e questi Alarbo.

33.E Tirinto e Filinno, i duo fratelli,
mostran d’entrar nel numero desire,
nati in Thessaglia, e di ferine pelli
vestiti, e molto esperti a ben ferire.
Voglion cento e cent’altri, e questi e quelli
del primo gioco al paragone uscire.
Vuol per accrescer liti, Amor istesso
a la prova de l’arco esser ammesso.

34.Or per cessar gli sdegni, onde dolersi
sol de la Sorte poi deggian gli esclusi,
scriver fa Citherea nomi diversi
e porgli in urna d’òr serrati e chiusi;
e poi ch’ivi per entro alfin dispersi
son con piú d’una scossa, e ben confusi,
ad un ad un da l’agitato vaso
per la man d’un fanciul fa trargli a caso.