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391.Un’altra leglon pur di pedoni
segue, e son tutti inermi, e tutti astati.
Qui Nubi, e Garamanti, e Nasamoni
ed altri Negri in Ethi’opia nati
van con denti d’avorio e con tronconi
d’ebeno in man, di porpora addobbati.
Vibran molti di lor ricchi incensieri,
molti sostengon d’òr lampe e doppieri.

392.Se ben non venne a que’ pomposi uffici
per le note cagion la Dea di Cinto,
non però Cacciatori e Cacciatrici
lasciaro giá d’accompagnar l’estinto.
Chi trae per man da le Rifee pendici
Pardo leggiadro a ricca corda avinto;
chi da le rupi de la Caspia foce
Tigre o Pantera indomita e feroce.

393.Chi fier Leon da l’Africana arena,
chi superbo Cervier dal bosco Trace,
chi l’Orso bianco di Russia vi mena,
chi di Scithia il crudel Grifo rapace.
Chi d’Hircania o d’Epiro a la catena
conduce Alano altier, Molosso audace,
chi con bracco o levrier tratto a la lassa
o di Caria o di Creta in mostra passa.

394.Ravvi di Falconieri altri drapelli
con Giraffe, e Cameli, e Dromedari,
ch’entro eburnee prigion some d’augelli
portan su ’l dorso peregrini e rari,
quanti l’Indico Ciel n’abbia piú belli,
tutti di piuma differenti e vari,
e volar d’or in or ne lascian molti
sol co’ piedi legati, il resto sciolti.