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383.Tinti d’ebuli e mori i volti informi,
dopo ’l cultor degli orti Lampsacei
armenti di bicorni e di biformi,
gregge di semicapri e semidei,
Satiri, Fauni, ed altri, a lor conformi,
Numi esclusi dal Ciel, rozi e plebei,
sospingon da cent’argani tirato
un immenso Colosso e smisurato.

384.Forma ha d’immenso e giganteo colosso
d’oricalco dorato un Ithifallo,
cento cubiti lungo, e venti grosso,
si che stride al gran peso il piedestallo,
e nel mezo del vertice, che rosso
innestato il rubino ha su ’l metallo,
si chiara scintillar stella si scorge,
che Lucifero par quando in Ciel sorge.

385.Non vide Roma in fra le sue colonne
mai miracolo egual piantato e dritto,
né tra quante piú vaste edifíconne
Piramide maggior celebra Egitto.
Va de le Verginelle e de le Donne
di Cithera e di Gnido il coro afflitto,
e cantando per via meste canzoni,
l’incorona di serti e di festoni.

386.Passò poi de la Dea, che ’n Cipro impera,
tutto il corteggio, e con diversi incarchi.
Di cento Sagittari armata schiera
veniva innanzi con turcassi ed archi,
di brocchieri lunati a la leggiera
e di lievi loriche adorni e carchi,
senz’elmi in testa, e con corone aurate,
e l’armi erano azurre e d’or fregiate.