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363.Succedean de ]a Corte di Canopo
attraversati di sanguigna banda
gli scudieri davante, i paggi dopo,
e di notturni fior cingean ghirlanda,
di quel color che ’l torrido Ethiòpo
da la fervida zona a noi gli manda.
Cotte avean di cottone a la Moresca,
tutti di pari etá giovane e fresca.

364.Purpureo carro alfin, ch’a biga a biga
su rote d’oro e d’ebeno conteste
traean venti Elefanti in doppia riga,
le due Donne portava afflitte e meste.
Sovrasiede a ciascuno un Nano auriga
e su ’l capo ha ciascun piume funeste,
umidi gli occhi, e pallidi i sembianti,
e tenebrosi e lagrimosi i manti.

365.L’illustrator degl’intelletti saggi,
l’eterno tesorier de l’aurea luce
senza fronde a le tempie e senza raggi
succede a questi, e ’l popol suo conduce.
Cingonlo quinci e quindi ancelle e paggi,
come Signor d’ogni altro lume, e Duce.
Le Stagioni co’ Mesi, il Tempo e l’Anno,
e la Notte col Dí dietro gli vanno.

366.Su la mole portatile d’un monte
vien quei che ’n Deio e ’n Delfo ha la sua reggia,
e di bei lauri in su la doppia fronte
di quel finto Parnaso ombra verdeggia.
Quivi per arte è fabricato un fonte,
lo qual d’argento e di cristallo ondeggia;
e presso Tonde assai simile al vero
v’ha di rilievo il volator destriero.