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163.Cerca e ricerca, ove Nessun s’appiatta,
ed alza il grido spaventoso e grande.
Ma quel Nessun che la bell’opra ha fatta
giá per Tacque lontan la vela spande.
Nessun per ogni tana ed ogni fratta
chiama, e Nessun risponde a le dimande,
fuor che dal cupo sasso i tre fratelli
che batton su l’ancudine i martelli.

164.Vola la nave, e quasi augel de Tonde,
batte de’ remi le spedite penne
e ne’ sali spumanti il rostro asconde
sospinta in alto da l’alate antenne.
Su le deserte e solitarie sponde
intanto ei con grand’impeto ne venne,
dove si fu pur finalmente accorto
che partito il navilio era dal porto.

165.Allor sí grossa rupe e sí pesante
spiccò dal fianco al gran monte vicino
e con braccio feroce e fulminante
lanciolla dietro al fuggitivo pino,
che pien di fere e carico di piante
un bosco sostenea su ’l tergo alpino,
e seco per lo ciel trattando il vento
trasse col suo Pastor tutto un armento.

166.Quasi animato monte imposto a monte,
in cima a l’alto ed elevato colle
piantato il crudo in piè, l’orribil fronte
presso le nubi alteramente estolle,
or minacciando al Cielo oltraggi ed onte,
or Fortuna appellando iniqua e folle,
or bestemmiando in atti orrendi e schifi
il vento, il mar, la vela, il remo, e Thifi.